Il senso della colpa

Il senso della colpa

Daniel Di Benedetto, autore di punta della Dark Zone, colpisce ancora.

Arrivo sempre tardi, è un clichè della mia vita. Ma alla fine arrivo, anche fuori tempo massimo.
Ma esiste un tempo massimo per i libri? Credo di no. Essi mantengono nel tempo inalterata la loro forza emotiva.

La narrativa non è il mio genere prediletto, forse perchè mi mette di fronte a temi che fatico a gestire.
Affrontarla con l’aiuto di un Autore che conosco e ritengo amico da tempo nonostante la rarefazione degli incontri, è sicuramente un elemento imprescindibile di questa lettura.

Non potendo acquistare i libri cartacei come vorrei io, mi affido all’ebook. Spero mi perdonerai per questo, Daniel.

Inizio alla Sin City

Senza questo incipit, non potete capire il resto della mia recensione.
Senza spoilerare, vi dico che il primo capitolo del libro mi ha fatto venire una carogna come pochi. La situazione descritta è di quelle che mi stanno visceralmente a cuore, una di quelle dove farei anche io le stesse promesse che fa il protagonista, Giuseppe, e che Marv recita nella graphic novel di Frank Miller.

Pulp Fiction e FPS

Ebbene, con la raggia (memore di Montalbano) e con il sangue che pulsa nelle vene (e di questi periodi per me non andrebbe bene, ma andiamo avanti), continuo la lettura.
Ammetto un certo disorientamento iniziale: la combo prima persona + cambio POV + flashback mi ha messo a dura prova, soprattutto perchè era da un po’ che non leggevo.
Ma ehi, anni e anni di Pulp Fiction saranno pure serviti a qualcosa no?
Il senso della colpa è un romanzo che usa sapientemente tutti e tre gli elementi, una volta capito il gioco. Arriva persino a scoprire un po’ le sue carte, da un certo punto di vista.
Daniel tuttavia sa come dosare le informazioni e quindi quello che può sembrare il colpo di scena in realtà è un prodromo di ben altro.
Come nei moderni giochi in prima persona, ogni capitolo spara i suoi colpi quando necessario.

Introspezione

Non fatevi spaventare da questa parola. A tutti fa un po’ paura scendere nell’animo umano e scoprire cosa si trova là nel buio. O peggio: scoprirsi là nel buio.
La tecnica dialogica di Daniel ne Il senso della colpa è una guida, anche scanzonata, sotto forma di dialogo tra due persone, un confronto di generazioni, genere, società. Se è vero che i protagonisti sono due, io che amo i caratteristi ho trovato il compendio di co-protagonisti credibile e in grado di sostenere adeguatamente il buon Giuseppe.

Invito alla lettura

Non sono il lettore tipo di Daniel. Ben conosco il suo pubblico, vi vedo alle convention e so quanto successo egli abbia.
Eppure, nel mio piccolo, lasciate che vi inviti alla lettura di questo libro.

Il senso della colpa, 195 pagine, Daniel di Benedetto, edizioni Dark Zone.

Ti piace quello che hai letto? Condividilo!

Lascia un commento