Mater Morbi

Mater Morbi

Maikel Maryn aggiunge un capitolo nuovo alla saga di Saul Klinge

Mater Morbi, il cui titolo completo è KRANKHEITMUTTER – La Madre dei Morbi, è un nuovo capitolo nella saga di Saul Klinge, personaggio inventato da Maikel Maryn.

Germania, 1600

Nella regione del Biestergau si diffonde un’ondata di paura per la voce che un terrificante morbo stia mietendo vittime a non finire. Il morbo è devastante, al punto da sfigurare le vittime in maniera orribile,
La malattia sembra una maledizione diabolica e questo fa scendere in campo l’eroe / antieroe proposto da Maikel: Saul Klinge, Cacciatore di Streghe.

Non procedo oltre con la storia, per non spoilerare i contenuti e lasciarvi il gusto di leggere.

Il Libro

Traspare sin da subito il richiamo al personaggio di Solomon Kane di Howard. Per quel che conosco l’Autore e le sue passioni classiche, è un omaggio doveroso a un Autore che tanto ha contribuito nel nostro immaginario avventuroso, cupo e gotico. Quando prima ho scritto che Saul è un eroe / antieroe è stato voluto. Egli persegue il suo scopo con ogni mezzo possibile e immaginabile, senza evitare atti di violenza o pervasi da una certa spietatezza. Non c’è luce in lui, se non quella che egli stesso crede di possedere grazie alla Fede che gli dà forza.

E qui mi occorre il secondo omaggio che ho percepito, quello alla figura di Nicholas Eymerich di Evangelisti. Saul ne incarna l’incrollabile fede e la visione lucida del Male. Tutto ciò che esce da questa visione è sicuramente frutto del demonio e come tale non deve essere semplicemente combattuto, ma estirpato, eradicato, cancellato dal Creato nella forma e nella sostanza.

Lo stile di Maikel è semplice, lineare, perfettamente godibile e soprattutto incalzante. Il racconto non è lunghissimo, ma diamine non ci si stacca. Ha il merito secondo me mai troppo apprezzato di ricondurre i moderni crismi letterari del fantastico e dell’avventura dark al loro golden age più classica.

Maikel non scimmiotta, non scopiazza, non mima. Lui prende ciò che di buono è stato e lo colloca nella contemporanea cultura letteraria, arricchendolo con la sua ironia e con il suo modus cogitandi.

Spero che la saga di Saul Klinge si arricchisca di nuove avventure e che alla fine abbia il plauso di una raccolta completa, da inserire vicino a quella di Solomon Kane e di Nicholas Eymerich.

È lì che deve stare.
Quello è il suo posto.

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