Luna Nuova
Una Venezia a tinte fosche per Maikel Maryn
Luna Nuova di Maikel Maryn è un racconto lungo che ho avuto modo di apprezzare tempo fa.
Ogni tanto, trattandosi di una lettura non lunghissima, me lo riprendo in mano per leggermi qualche passo. Soprattutto quando ho voglia di tinte forti e descrizioni immersive.Lo stesso disclaimer su Amazon è piuttosto chiaro.
L’Autore è noto per il suo approccio schietto e diretto, ci piace così.Un ciclo di racconti indipendenti ma collegati tra loro in cui si mescolano narrativa storica, horror sovrannaturale, elementi di magia nera e domonlatria, ettolitri di sangue e sesso esplicito. A vostro rischio e pericolo.
Come diretto è l’impatto di Luna Nuova.
Venezia
Ah, la città dei sogni, del mare, una favola scritta nella storia, strappata al mare… bla… bla… bla…
La Venezia di Maikel non è una favola. La città è immersa irrimediabilmente in una sorta di penombra, notti dense come la pece, nebbie infauste che ne adornano le calli e i canali, rendendo tutto confuso, irriconoscibile. Sì, descritta con prodigiosa dovizia di particolari eppure si percepisce chiaramente come la città magica si tinga di soprannaturale, confondendo e irretendo i suoi personaggi, coinvolti loro malgrado nelle storie che si dipanano.
Non è un mondo per… sciocchi
I personaggi sono caratterizzati molto bene, con una cura tale che ne vengono tratteggiati gli aspetti salienti, lasciando al lettore una sorta di “autocompletamento” inconscio che li rende molto personali. Balza subito all’occhio che il ritratto storico si fonde benissimo con il costrutto sociale creato da Maikel per dare vita al suo contesto soprannaturale. E quando gli sciocchi divengono vittime, non si prova la benchè minima compassione.No, fanno la fine che devono e niente più. Il mondo non appartiene a loro, ma a creature di ben più sublime caratura.
We don’t sparkle…
Come un Antico dai gusti raffinati e decadenti, mi sono tenuto il meglio alla fine. Perchè ciò che di Luna Nuova più mi è piaciuto sono stati i soprannaturali che ne sono protagonisti. In un mondo dove il canone del Vampiro è stato svenduto in figuranti bellocci e sbrilluccicosi, Maikel è uno dei pochi autori che si attiene al canone classico, gotico. Non c’è nulla di romantico, e se per caso se ne coglie una sfumatura, essa è prodromica a efferati ed indicibili depravazioni.I soprannaturali sono mostri, senza pietà e che nemmeno la cercano.
Sono consapevoli del proprio essere e lo hanno sposato integralmente, perpetuando la loro oscena genia nei secoli.
Per Matusalemme, quanto è stato bello ritrovare le atmosfere delle prime edizioni di Vampire The Masquerade…
Concludo con un invito alla lettura da parte di tutti coloro che hanno apprezzato nel tempo il gotico classico (Mary Shelley, Stoker, Wilde, Polidori) con sfumature che virano tra Poe e Lovecraft.
Lunghe Notti a voi tutti…