Coherence

Perdetevi nei meccanismi narrativi di un film a metà tra fantascienza e dramma

Coherence è un film del 2013, regia di James Ward Byrkit, che ne cura anche la sceneggiatura e il soggetto unitamente a Alex Manugian. Cast ridottissimo, solamente otto attori.
Possiamo definirlo per molti versi un film fatto in casa e tra poco scoprirete perchè.
Ma non lo definirei per nulla banale.

Ah, dimenticavo: non fatevi sviare dal solito sottotitolo in italiano (Oltre lo spazio tempo) che non c’azzecca una f… niente.

Déjà vu

Quattro coppie di amici si ritrovano a casa di una di esse per una cena, una rimpatriata.
Tutta la vicenda si svolgerà in questo ambiente di poche stanze, in prevalenza nel soggiorno / sala da pranzo. Le scene all’esterno si contano sulle dita di una mano e sono sequenze molto brevi.
Nulla di nuovo, abbiamo maestri del cinema che questo territorio l’hanno battuto in lungo e in largo: Hitchcock (Nodo alla gola), Polanski (Carnage) e Tarantino (The Hateful Eight) solo per citarne alcuni in un arco temporale abbastanza ampio.
Piazzare otto persone in un ambiente “chiuso” ha sempre un atout intrigante.

Una cometa

L’incipit della storia risiede tutta in una cometa, che sfreccia nella notte dei protagonisti, appena visibile nelle prime scene del film. Sembra che alla base di tutto ci sia lei e gli effetti che potrebbe provocare.
Entrano in scena molto sottotraccia teorie della fisica, eventi storici che da sempre richiamano l’inspiegabile, rendendo il tutto molto instabile.
Come diventano instabili i rapporti tra gli otto protagonisti che piano piano cedono alla situazione, sotto un incalzare di eventi che sfugge loro di mano sempre di più.

Non vi basterà una volta

Dare ulteriori informazioni rovinerebbe la vostra visione.
Quello che vi posso dire io, come valutazione, è che non vi basterà guardarlo una volta per capire tutte le implicazioni degli eventi che succedono.
A distanza di anni, riguardandolo credendo di aver capito tutto, colgo particolari che rimettono in discussione l’intera trama. Non tanto il finale, ma proprio lo scorrere degli eventi.

Invito alla visione

Non dura nemmeno tantissimo, quindi dargli un’occhiata non vi impegnerà eccessivamente.
Tuttavia consiglio vivamente di guardarlo con attenzione, perché un particolare perso potrebbe togliervi un po’ di gusto nel comprendere il meccanismo del film.
Aggiungo anche che il film ha avuto un lungo periodo di gestazione a livello concettuale, ma la registrazione ha richiesto pochissimi giorni e gli attori coinvolti si sono trovati nella condizione di ricevere giorno per giorno solo alcune brevi note circa la loro interpretazione.
Insomma, forse dargli un’occasione ne varrà la pena, che dite?

Per chi volesse approfondire, qui trovate il link alla sua pagina IMDB.

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